Mercatino

Log di Sezione

Archivi

Chi c'é online

3 visitatori online
0 ospiti, 3 bots, 0 membri

Perdersi in Barena di I3BQC

Sabato 9 Luglio mi ero recato all’isoletta “Motta dei Cunici” per effettuare le trasmissioni radio in onde corte, la giornata non prometteva bene, verso sud-est le dense nuvole sembravano minacciose, ma confidavo nel vento di bora che le sospingesse ancora più a sud, invece nel giro di un’ora la perturbazione ha iniziato a muoversi rapidamente nella mia direzione, arrivavano le prime gocce di pioggia e quindi dovetti a malincuore avvisare in frequenza gli scatenati colleghi della interruzione delle trasmissioni radio.
L’attivazione dell’isola per la “IIA SUMMER ACTIVITY 2005” era però valida avendo superato il numero di collegamenti minimi previsti dal regolamento.
Iniziai rapidamente lo smontaggio delle antenne, lì in mezzo all’acqua, con una canna da pesca al carbonio i fulmini avrebbero trovato il loro momento di celebrità se non mi fossi sbrigato a togliermi di lì.
Fortunatamente invece di procedere nella mia direzione le minacciose nuvole nere dense di pioggia deviarono la loro veloce corsa seguendo il litorale del Cavallino per poi proseguire in direzione di Jesolo, ma oramai avevo smontato il tutto ed ero già risalito in barca.
Mi rimisi in navigazione in direzione dell’isola La Cura, e mentre ammiravo le varie specie di volatili che spiccavano il volo al passaggio della mia imbarcazione mi venne in mente che nelle foto da satellite che avevo visto in internet alcuni giorni prima, si intravedeva una costruzione di piccole dimensioni lungo il canale “La Dolce” qualche centinaio di metri proprio oltre l’isola La Cura, infatti con mia grande sorpresa scoprivo una casetta con il tetto ricoperto da canne palustri ed alcuni signori intenti a discorrere in prossimità della riva. Procedevo con il gommone facendo alcune foto fino a finire incagliato un centinaio di metri più avanti nel basso fondale melmoso del canale, non era più possibile proseguire e quindi ritornai indietro verso la casetta misteriosa.
Quelle persone erano ancora lì a discutere ed a guardare nella mia direzione ed a questo punto mi decisi ad accostare e chiedere come si chiamava quell’isolotto, segnato sulle carte ma senza nessun nome. Cortesemente mi invitarono a scendere a terra per offrirmi un bicchiere di vino, al che non me lo feci ripetere due volte soprattutto per la curiosità di approfondire la conoscenza con questo misterioso luogo.
Sceso a terra spiegai che ero un radioamatore il cui hobby era anche quello di andare a trasmettere dalla isolette conosciute e sconosciute della laguna per farle conoscere al mondo e che ero di ritorno dalla Motta dei Cunicci, suscitando la loro curiosità ed interesse. Ci presentammo, ed improvvisamente era come se ci fossimo sempre conosciuti, una ospitalità ed una simpatia incredibile.
Si mangiò e soprattutto bevemmo di tutto e di più come antipasto, e dato che stava per essere servito in tavola il risotto al nero di seppia mi invitarono anche a pranzo, per secondo furono servite delle stupende “sardee in saor”, cucinate con tutti i crismi alla veneziana.
Tra un discorso e l’altro venne fuori che uno di quei signori era il padre di un mio collega e che avevamo anche dei conoscenti ed amici comuni.
Dopo pranzo, e se fosse stato per loro mi avrebbero anche tenuto lì per la cena, facemmo un giro per quel piccolo paradiso emerso dal nulla, e così potei vedere l’impegnativo lavoro che stavano portando avanti per difendere quel lenzuolo di barena dalle impietose maree invernali . I ponticelli di legno che collegavano le strisce di terra l’una all’altra, la casetta con la famigliola di caprette, un simpatico cagnetto “anfibio” che ogni tanto andava a tuffarsi per rinfrescarsi, le oche che qui si trovavano perfettamente a loro agio, e poi la sabbia pompata dal Consorzio per ricostruire il lato nord est della barena. Mi guardavo in giro e mi tornavano alla mente molte isolette e casoni abbondanti e che invece potrebbero essere salvati con il lavoro e la passione di privati che oltre ad investire finanziariamente (all’infinito) ci mettono la passione e si sentono i Robinson Crusoè del nuovo millennio.
La laguna di Venezia la giro da quando ero ragazzino in tutte le direzioni e nei posti più remoti, però ogni volta c’è qualcosa di nuovo da scoprire e questa è stata veramente una sorpresa, una giornata che sembrava rovinata dal maltempo si è invece rivelata fantastica.
Ci siamo poi salutati scambiandoci i numeri di telefono e con la promessa di ripassare a trovarli
Grazie ancora cari amici per la simpatia e la calorosa accoglienza riservatami.
Una cosa non sono riuscito a sapere: il nome dell’isola!!

9 Luglio 2005: Un'insolita esperienza a margine di una spedizione DX

9 Luglio 2005: Un’insolita esperienza a margine di una spedizione DX

OLYMPUS DIGITAL CAMERA OLYMPUS DIGITAL CAMERA OLYMPUS DIGITAL CAMERA

I commenti sono disabilitati.